LA BCE DANNEGGA LE IMPRESE ARTIGIANE
LA BCE DANNEGGA LE IMPRESE ARTIGIANE

La Bce si è riunita ieri e ha deciso di proseguire con il rialzo dei tassi d'interesse: è il nono in un anno, votato dal Consiglio direttivo all'unanimità.

 

Arriva così un nuovo aumento di un quarto di punto percentuale, che porta il tasso sui rifinanziamenti principali al 4,25%, quello sui depositi al 3,75%, e quello sui prestiti marginali al 4,50%.

 

Francoforte potrebbe valutare una possibile pausa in settembre, se l'inflazione dovesse calare ancora.

 

Quello che è certo è che non ci sarà invece nessun taglio, ha detto la presidente della Bce Christine Lagarde al termine della riunione del Consiglio direttivo.

 

"L'inflazione continua a scendere ma ci aspettiamo che resti ancora troppo alta per troppo tempo", scrive la Banca nel comunicato al termine della riunione che ha alzato i tassi. L'obiettivo è sempre lo stesso: raggiungere il target di inflazione al 2%.

 

Le prospettive a breve termine dell'attività economica -  ha detto Lagarde - si sono deteriorate molto a causa della domanda più debole che pesa sulla manifattura, e anche gli investimenti mostrano segni di peggioramento. Lagarde ha poi aggiunto che i servizi restano forti (ma si sta perdendo slancio), e - mentre l'economia resta debole a breve termine - il mercato del lavoro resta robusto, con la disoccupazione ai minimi. Alcuni indicatori mostrano però che il trend potrebbe rallentare a causa del calo della manifattura. Ieri anche la Fed ha alzato i tassi d'interesse dello 0,25%, al livello più alto dal 2001, lasciando anche la porta aperta a ulteriori ritocchi del costo del denaro.

 

Ennesia pessima mossa della Bce - afferma Andrea Prando Segretario generale di casartigiani Veneto,  che con le solite scuse di macroeconomia come il grano, guerra in Ucraina, e altro, non riesce a trovare una vera via per abbassare l'inflazione (e a questo, qualcuno, potrebbe porsi la domanda sull'efficacia delle manovre poste in essere) ma nel contempo appesantisce in modo disastroso l'economia delle piccole imprese e delle famiglie che sono sempre più limitate ed in difficoltà nel pagamento di mutui e finanziamenti.

 

Sarebbe il caso che qualcuno si preoccupasse di questo tipo di situazione che potrebbe creare un avere propria recessione soprattutto a partire dal mese di settembre, quando l'imprese si troveranno dinanzi a pagamenti di tassi di interesse notevolmente più alti visto che stiamo parlando del 9° aumento dall'inizio dell'anno.

 

Il tasso così alto - conlude Prando - non si era mai visto dal 2001 e le imprese e questo non lo avevano calcolato, anzi pensavano che costo del denaro si tenesse stabile nel tempo.

 

A ciò si aggiunge un raffreddamento del mercato delle erogazioni creditizie in uno scenario che non è assolutamente compatibile con il mercato e con l'economia italiana.

 

Ci chiediamo, conclude Prando, perchè la Bce non indaghi più seriamente sui veri motivi dell'inflazione, evitando di far pagare in Europa ai ceti medio bassi gli indebiti arricchimenti delle multinazionali che sono la gran parte della causa dell'inflazione europea.